Parole del dialetto vogherese

La parola in evidenza

paradoura, sos fem
decorazioni, ornamenti, orpelli, addobbi
Carlòn e Prinet
i courivan cmè'r' vent
tirandas adrera
quaranta cirghein
tout cargh'ad paradoura
cmè tanti fachein
...
(da "Ra Nivoula" di Alessandro Maragliano)

Ra Nivoula è un componimento in versi del poeta dialettale vogherese Alessandro Maragliano, Lisandrén dra Rousela.
Vi si descrive appunto ra nivoula, una macchina teatrale che veniva installata in duomo il girono dell'Ascensione (al dì dra Sensia) per celebrare l'assunzione in cielo di Maria Vergine. La Madonna veniva assisa su una nuvola di cartapesta che per mezzo di carrucole era issata verso il soffitto. Carlòn era il sagrestano capo del Duomo, Prinèt l'arciprete. Il componimento, un vero capolavoro che rende l'atmosfera delle feste religiose di un tempo quasi fosse una sceneggiatura cinematografica, inizia con la descrizione dell'animazione che regnava in Duomo prima della celebrazione.


Suggerimenti e commenti sono benvenuti.
Mail a: ettore.galasso@fastwebnet.it

AB - CDE - FGH - IL - MN - OPQ - RS - TUVZ

os, sos mas
osso; nel gergo dei bar degli anni '50 veniva usato per indicare il motivo della discussione

our dal dì
ore del giorno
mesdì: mezzogiorno, un bot, du bot, tri bot poi quattr'our, cinc'our, ses'our, eccetera: l'una , le due, le tre, le quattro, le cinque, le sei, eccetera

ourinari, sos mas
pitale

paltò, sos mas
cappotto, dal francese paletot

particoulàr, sos mas
piccolo proprietario terriero, coltivatore diretto

partugàl, sos mas
arancia
pastroùgn, sos mas
lavoro malfatto, eseguito in maniera approssimativa

pècar, sos mas
bicchiere con manico usato per il vino; dal tedesco e inglese beaker, bicchiere con beccuccio usato nei laboratori di chimica

perdapè, sos mas
coltivatore diretto, che perde i piedi dalle scarpe bucate
pertia, sos fem
lungo bastone usato per scuotere i rami più alti degli alberi da frutto; anche unità di misura del terreno agricolo equivalente a circa 600 mq; dal latino pertica
picoùla, sos fem
picciuolo, gambo di frutto

pidarieaù, sos mas
imbuto

pirla, sos mas
trottola
pirlà, v intr
girare come una trottola
piva, sos fem
zampogna
plouch, sos mas
pizzico, la quantià di sostanza presa con la punta delle due dita della mano, un tantino
poucià, v tr
intingere
poudarlén, sos mas
accetta usata in campagna per tagliare rami e ramoscelli, dal latino putare
poulàch, poulache(i)n, sos mas
stivaletti
poule(i)n, sos mas
tacchino
pountà, v tr
spingere
pos, agg
raffermo
pan pos
: pane raffermo
pradè, sos mas
stomaco del pollo; costituiva una prelibatezza culinaria
presia, sos fem
fretta, dal latino pressus, participio passato di premere, pressare
prastinè, sos mas
panettiere, dal latino praestus, sollecito, di buon'ora
prev, sos mas
prete, ma anche attrezzo da infilare tra le lenzuola per scaldarle durante la stagione invernale
psà, sos fem
calcio, pedata
pumgranèn, sos mas
melograno
quadrè, sos mas
mattone
quatà, v tr
coprire
quàta-pougnàt, sos mas
ufficiale giudiziario
quistòn, sos mas
mendicante; era un particolare tipo di mendicante: vestito da prete, negli anni '30 del secolo scorso, girava per la campagna distribuendo immaginette e benedizioni ed ottenendo in cambio un po' elemosina. Ai quistòn, a gente attribuiva alle volte delle qualità taumaturgiche. Una bella descrizione dei quistòn la si può trovare in "La Chimera" (Einaudi 1990) il bellissimo romanzo di Sebastiano Vassalli in cui si racconta la storia di Antonia Spagnolini, la ragazza strija di Zardino, un villaggio sulla sponda sinistra del Sesia. Nel 1610, all'età di vent'anni, Antonia venne accusata di stregoneria dall'Inquisizione di Novara e arsa sul rogo
... l'elenco non è completo, a presto per altre parole....